Un progetto per i ragazzi

Standard

idea tavaolozza dei personaggi immagine

Perché questo progetto?

Immaginiamo un incontro tra docenti, invitati a dibattere attorno a due temi: cosa insegnare? Come insegnare? Ne potrebbe risultare una babele di vie, tracce, ipotesi: un vociare disordinato di intenzioni, nonostante la scuola sia dotata di programmi e documenti ufficiali che ne indicano intenti e contenuti.

La percezione del cittadino non è quella di una scuola popolata da docenti che sposano gli stessi approcci didattici, in un procedere lineare, univoco. Questo accade perché la libertà di insegnamento è ricchezza e diversità: una diversità tra individui che gli allievi imparano a riconoscere, perché ci si adatta a un ambiente d’apprendimento, a un modo di fare, alle situazioni della vita che sono anche incontro con i compagni e con i maestri. Non tutti gli insegnanti diventano per i giovani “maestri di vita” e qualche collega è ben attento nel sottolineare che non è compito della scuola offrire “maestri di vita”. Semmai il docente fa il proprio dovere e dà degli strumenti per affrontare i problemi. Altri invece pretendono narcisisticamente di portarsi al centro dell’attenzione e di sentirsi come il professore dell’Attimo fuggente. E qui avremmo già un dibattito infinito.

Il progetto “Tavolozza dei personaggi” non è una via pedagogico – didattica che vuole apparire giusta e corretta in modo presuntuoso, ma si tratta di una sperimentazione che parte da alcuni principi in cui gli ideatori credono. Nello stesso tempo è un’offerta ai colleghi che potranno leggere, osservare, magari rielaborare un approccio simile, darci dei consigli. È una scommessa perché nella seconda parte i ragazzi si devono incontrare con i loro eroi letterari su un palco e giocarsela acquisendo sicurezza, responsabilità, senso della condivisione e voglia di ascoltare gli altri. Hanno dodici anni. Noi invitiamo il lettore di questo blog a consultare la pagina “Descrizione del progetto” per capire come si svolge questo lavoro. Gli esiti sono in parte pubblicati nel sito e il docente di italiano ha cercato di correggere i testi dei ragazzi, in modo che potessero riflettere sui problemi linguistici, riscrivere i testi, migliorarli e quindi condividerli pubblicamente.

Buona lettura.

prove giugno

Una riflessione sul progetto in corso, dal punto di vista dell’italiano e dell’attività teatrale nel doposcuola

 

Abbiamo proposto a quattordici allievi di seconda media una sperimentazione nata, per quanto riguarda l’italiano, dalla lettura di otto classici e due opere “intruse”, con un’attenzione particolare rivolta alla differenziazione per quanto riguarda la scelta dei testi: Pinocchio, Momo, La fattoria degli animali, Marcovaldo, Il barone rampante, Pippicalzelunghe, Odissea (con la lettura di alcuni brani tratti dall’edizione a c. di Rosa Calzecchi Onesti), Piccolo blu e piccolo giallo (solitamente proposto nelle scuole elementari, ma molto profondo) Mozziconi (il primo libro “intruso”, scritto da Luigi Malerba, non più pubblicato in Italia, forse perché l’eroe è troppo anarchico e antipolitico), e La ragazza con il burqa (il secondo “intruso”, perché traccia una diversità interessante nel panorama dei libri citati).

 

La scelta è dettata dalla passione dell’insegnante, dal piacere nel rileggere queste storie e dal fatto che si tratta di testi che presentano difficoltà diverse: è quindi interessante conoscere le capacità e le caratteristiche dei giovani lettori, per proporre loro una sfida possibile e motivante. La classe è estremamente eterogenea e poco numerosa: si troviamo in un contesto vallerano che conosce un certo calo demografico. I 29 dodicenni iscritti in seconda media sono stati suddivisi in due gruppi. Ci sono quindi le condizioni ideali per pensare ad un lavoro differenziato.

 

Ecco una sintesi dei materiali didattici a disposizione dei ragazzi, in una prima fase del progetto: ogni allieva/o ha ricevuto un libro, un classico di certa difficoltà; il docente raccoglieva alla lavagna le informazioni durante le discussioni in classe (parole, frasi, tabelle, disegni che servono per fissare i contenuti delle riflessioni sui vari eroi letterari); nello spazio dell’aula si esponeva oralmente quanto imparato e condiviso nella discussione; nel quaderno si riscrivevano i testi in bella copia (cioè la seconda o la terza versione rivista, corretta con il docente, in vicinanza oppure in autonomia). Il dizionario si è pure rivelato fondamentale, per esempio quando abbiamo l’episodio di Telemaco alla ricerca del padre Ulisse. Il libro, la lavagna, l’aula, il quaderno e il dizionario sono materiali tradizionali, che assumono un valore, se il docente riesce a costruire un contesto dove piccoli rituali vengono riconosciuti: l’uso del dizionario per costruire senso, il quaderno come documento ufficiale da presentare agli altri, la lavagna per fissare i contenuti dopo la discussione orale e come preparazione all’esposizione.

 

La lettura dei libri, individuale, libera, con un vincolo determinato dal tempo a disposizione (tre mesi) ha richiesto alcuni interventi del docente che ha aiutato gli allievi, leggendo alcuni passaggi in classe, spiegando il senso della storia.
Una volta letti i testi, la discussione in classe è servita per riprendere e confrontare, lezione dopo lezione, gli eroi, i luoghi, gli oggetti, le situazioni in cui si trovano. Il fatto che un eroe si allontani da casa, trasgredisca le regole, utilizzi la propria intelligenza per osservare la realtà con occhi diversi, sono sembrati elementi importanti nel confronto tra i personaggi: abbiamo visualizzato Pinocchio, Mozziconi, Marcovaldo, Pippicalzelunghe, Ulisse, Momo, Parvana, Cosimo di Rondò, Napoleon, Palla di Neve, Piccolo blu e Piccolo giallo, cercando di riflettere sulle loro caratteristiche.

 

Prima di riscrivere il pensiero, esponendo una riflessione condivisa in classe, è stato importante offrire un passaggio didattico : l’oralità. Gli allievi hanno restituito ai compagni (prima lavorando a coppie, poi presentando al gruppo) i contenuti delle riflessioni.
Solo in seguito è stata concessa la licenza per scrivere.

 

20131226-004035.jpg

I personaggi si sono incontrati, a partire da gennaio 2014, in uno spazio comune nel quale hanno dovuto convivere, mettendosi in relazione con l’altro. Agli allievi è stato spiegato che i personaggi studiati, ingombranti e così diversi tra loro, Pinocchio, Cosimo, Ulisse, Momo e Palla di Neve avrebbero dovuto imparare a condividere un luogo. Con gli allievi si è iniziata la costruzione di costruire una drammaturgia nelle quale ci si poneva il problema di inventare una storia. Grazie a diversi incontri pianificati anche nel doposcuola, si è giunti ad una messinscena. Durante il progetto c’è stato spazio anche per un incontro nel fine settimana con i ragazzi, in montagna, con un lavoro intensivo.

 

Ovviamente, dato questo approfondimento sugli eroi letterari, con una serie di confronti, discussioni, esposizioni orali, scrittura, il fatto di proporre la messinscena di una storia nella quale questi personaggi fossero tutti presenti, all’interno di un’unica trama, ha posto la classe in una situazione di disorientamento, a gennaio 2014, dopo quattro mesi e mezzo di lavori in corso.

Tavolozza foto 3

 

Cosa è successo? Semplicemente, questi ragazzi, in scena, recitano sé stessi, nella loro diversità, come allievi che conoscono il proprio eroe, nel tentativo di costruire una storia insieme, con tutti i personaggi. Che ci vuole, per costruire una storia? Sono necessari i personaggi, il luogo ed è fondamentale il problema narrativo che generi conflitto. Ogni attore ha una scatola dentro la quale riposa, simbolicamente, il proprio personaggio letterario.

 

I problemi narrativi, qui, ci sono: innanzitutto è improbabile che tutti gli allievi vogliano diventare il proprio personaggio. Lisa non vorrebbe mai recitare la parte del maiale. Ha vergogna. Quindi la storia non la vuole fare. Quando bisogna decidere il luogo, Ian sostiene che la Toscana di Pinocchio è l’ideale, perché è il cuore della lingua italiana. Di diverso parere Francisco, che opta per Itaca, isola madre di Odisseo, ben più importante di Pinocchio. Lauro, che deve interpretare Marcovaldo, in conflitto con la città e sognatore di campagne incontaminate, non può immaginarsi in un contesto di 3200 anni fa. E Jacopo, che appare già perfettamente immerso nella parte di Cosimo di Rondò, sta in fondo all’aula teatro, in alto, come fosse in cima a una pianta. Da lì non scende. La sua storia è quella, in quel posto. Punto. La chiave di svolta, per quanto riguarda il luogo scenico, è data da Momo, che vive in un anfiteatro: un posto che, con la fantasia, può diventare tutti i luoghi del mondo, aperto all’altro. Da qui si parte e i docenti hanno scritto la drammaturgia, osservando e ascoltando i propri allievi. Un gioco del mondo. 
Molto interessante, infine, il lavoro svolto dalla docente di arti plastiche Jessica Marci, che ha proposto agli allievi di ricostruire dei giochi dal mondo, spiegandone le regole e adattando questi giochi alle trame dei libri letti. Tra i lavori in corso, per quanto riguarda l’italiano, c’è la scrittura del testo regolativo, con la spiegazione dei giochi.

Maika Bruni, daniele Dell'Agnola, Jessica Marci

Maika Bruni, daniele Dell’Agnola, Jessica Marci

La diversità è una caratteristica della classe. Alcuni allievi si sono rivelati brillanti sia in classe, sia nel doposcuola teatrale: molto impegnati, hanno cercato di capire il senso delle proposte offerte e di sviluppare delle riflessioni. Altri, in seria difficoltà durante i compiti assegnati durante le lezioni di italiano, hanno trovato spazio sul palco, mentre alcuni di loro non sono riusciti a mettersi in gioco, disturbando l’armonia del gruppo. Non sono mancatiepisodi di aggressività, nei momenti di autogestione dietro le quinte, durante le prove condotte da una regista che ha sostenuto il docente di italiano nella realizzazione scenica. 
Questa situazione dimostra quanto sia stato importante offrire un tentativo di questo tipo alla classe, infatti Tavolozza dei personaggi è anche  una proposta che poggia su un sapere (lettura di alcuni classici della letteratura, analisi, confronto, esposizione nella forma orale e scritta) distribuito pensando alle differenze tra gli allievi. Inoltre questi contenuti hanno tracciato un sentiero progettuale con una continuazione che ha oltrepassato le mura scolastiche, ha toccato un doposcuola, cercando di coinvolgere i genitori. Abbiamo proposto un fine settimana insieme in montagna con un’immersione teatrale, concedendo spazio a tutti e soprattutto si assumendoci il rischio di fallire. L’esito artistico ha regalato al progetto un momento di condivisione forte e significativo.

A tutta la creazione si aggiunge un lavoro parallelo, che sposa perfettamente le intenzioni dello spettacolo, con la costruzione di giochi dal mondo, curati dalla docente Jessica Marci. Giochi reinterpretati dai ragazzi in chiave narrativa, inserendo gli eroi letterari nello schema delle regole.

IMG_4309